MESSICO
Quadro giuridico relativo alla libertà religiosa ed effettiva applicazione
In Messico, la libertà religiosa è garantita dalla Costituzione[1] e il suo esercizio è regolato dalla Legge sulle Associazioni Religiose e il Culto Pubblico (Ley de Asociaciones Religiosas y Culto Público, LARCP) [2].
L’articolo 24 della Costituzione messicana[3], ispirato all’articolo 18 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, stabilisce: «Ogni persona ha diritto alla libertà di convinzioni etiche, di coscienza e di religione, nonché di avere o adottare, a seconda dei casi, quella di sua preferenza. Tale libertà include il diritto di partecipare, individualmente o collettivamente, sia in pubblico che in privato, a cerimonie, atti di culto o pratiche religiose della rispettiva confessione, purché non costituiscano reati o illeciti sanzionati dalla legge»[4]. L’articolo 1 della Legge sulle Associazioni Religiose e il Culto Pubblico specifica che, in relazione alle credenze religiose, nessuno è «in alcun caso esente dal rispetto delle leggi del Paese»[5].
L’articolo 1 della Costituzione ribadisce tali libertà, affermando che tutte le autorità governative hanno l’obbligo di promuovere, rispettare, proteggere e garantire i diritti umani[6]. Inoltre, l’articolo 24 prevede che «il Congresso non può emanare leggi che stabiliscano o aboliscano una determinata religione»[7].
Lo stesso articolo 1 vieta ogni forma di discriminazione fondata sull’origine etnica o nazionale, il genere, l’età, la disabilità, la condizione sociale, la salute, la religione, le opinioni, l’orientamento sessuale, lo stato civile o qualsiasi altro fattore lesivo della dignità umana[8].
La Legge Federale per Prevenire ed Eliminare la Discriminazione (Ley Federal para Prevenir y Eliminar la Discriminación) considera discriminatoria qualsiasi azione volta a limitare la libera espressione delle idee o a ostacolare la libertà di pensiero, di coscienza o di religione, nonché le pratiche o consuetudini religiose, purché queste ultime non violino l’ordine pubblico[9]. Un emendamento approvato nel maggio 2022 ha inoltre fornito una definizione giuridica del concetto di discriminazione[10].
La Legge sulle Associazioni Religiose e il Culto Pubblico disciplina numerosi aspetti della vita delle associazioni religiose, tra cui: la loro natura, costituzione e funzionamento (articoli 6-10); i rapporti con associati, ministri e rappresentanti religiosi (articoli 11-15); il regime patrimoniale (articoli 16-20); gli atti di culto pubblico (articoli 21-24); le relazioni tra le autorità pubbliche e le associazioni religiose (articoli 25-28); nonché le violazioni della legge e le relative sanzioni (articoli 29-36) [11].
L’articolo 130 della Costituzione sancisce la separazione tra Chiesa e Stato, un principio ribadito anche negli articoli 1 e 3 della Legge sulle Associazioni Religiose e il Culto Pubblico [12]. Tale separazione si estende all’istruzione pubblica che, secondo l’articolo 3, sezione I, della Costituzione, deve «essere mantenuta del tutto separata da qualsiasi dottrina religiosa»[13].
Per evitare ingerenze dello Stato, la Costituzione vieta alle autorità di intervenire negli affari interni delle associazioni religiose (articolo 130, comma b), così come nelle manifestazioni religiose, individuali o collettive, se non nei casi in cui sia necessario garantire il rispetto «della Costituzione, dei Trattati Internazionali ratificati dal Messico, delle altre leggi applicabili e per la protezione dei diritti dei terzi» (articolo 3, Legge sulle Associazioni Religiose e il Culto Pubblico) [14].
Analogamente, i funzionari pubblici a livello federale, statale e municipale «non possono partecipare ufficialmente ad alcun atto di culto pubblico, né ad attività che abbiano motivazioni o finalità simili», salvo quando ciò avvenga nell’esercizio di funzioni diplomatiche (articolo 25, Legge sulle Associazioni Religiose e il Culto Pubblico) [15].
In merito all’indipendenza dello Stato nei confronti delle religioni, l’articolo 24 della Costituzione stabilisce: «A nessuna persona è consentito utilizzare questi atti pubblici di espressione religiosa a fini politici, di propaganda o come strumento di campagna elettorale»[16]. L’articolo 130, comma d, vieta inoltre ai membri del clero di ricoprire cariche elettive[17].
Questo divieto è coerente con gli articoli 55 (sezione VI) e 58 della Costituzione, che escludono i ministri di culto dalla possibilità di essere eletti alla Camera dei deputati o al Senato[18]. L’articolo 82 (sezione IV) prevede inoltre che un ministro di culto non possa essere eletto Presidente del Messico[19].
La Legge sulle Associazioni Religiose e il Culto Pubblico ribadisce tale divieto, stabilendo che i ministri di culto non possono ricoprire incarichi pubblici, pur avendo «il diritto di voto secondo quanto previsto dalla legislazione elettorale vigente» (articolo 14)[20].
Come l’articolo 130, lettera e), della Costituzione, anche l’articolo 29, sezione X, della LARCP prevede ulteriori divieti costituzionali a tutela della separazione tra Chiesa e Stato, tra cui: il divieto per i membri del clero di associarsi a fini politici; di fare propaganda a favore o contro candidati, partiti o associazioni politiche; o di opporsi «alle leggi del Paese o alle sue istituzioni durante riunioni pubbliche»[21].
Infine, né le associazioni religiose né i ministri di culto possono possedere o gestire concessioni per servizi di telecomunicazione, ad eccezione delle pubblicazioni a stampa di contenuto religioso (articolo 16, Legge sulle Associazioni Religiose e il Culto Pubblico) [22].
L’articolo 130, comma a), della Costituzione stabilisce che solo le Chiese e i gruppi religiosi registrati possono godere della personalità giuridica[23]. L’articolo 7 della Legge sulle Associazioni Religiose e il Culto Pubblico definisce le condizioni e i requisiti necessari a tal fine, come segue: «Chiunque presenti domanda per registrare un’associazione religiosa deve dimostrare che la Chiesa o il gruppo religioso: 1. si dedica principalmente all’osservanza, alla pratica, alla diffusione e all’insegnamento di una dottrina religiosa o di un insieme di credenze religiose; 2. ha svolto attività religiose nella Repubblica Messicana per almeno cinque (5) anni e ha radici ben conosciute nella popolazione, oltre ad avere il proprio domicilio nella Repubblica; 3. possiede beni sufficienti a realizzare il proprio scopo; 4. dispone di statuti conformi a quanto previsto dal secondo paragrafo dell’articolo 6; e, 5. ha rispettato, se del caso, quanto previsto dalle sezioni I e II dell’articolo 27 della Costituzione»[24].
Una volta costituite, le associazioni religiose hanno diritto a un nome esclusivo, a definire liberamente le proprie strutture interne di governo e funzionamento, a celebrare atti di culto pubblico e a diffondere la propria dottrina. Esse possono inoltre istituire e gestire opere assistenziali, educative e sanitarie, a condizione che tali attività non abbiano scopo di lucro (articolo 9, Legge sulle Associazioni Religiose e il Culto Pubblico) [25].
L’articolo 27, sezione II, della Costituzione riconosce alle associazioni religiose validamente costituite la possibilità di acquisire, possedere e amministrare beni immobili[26]. Tuttavia, in coerenza con l’articolo 130 della Costituzione, l’articolo 15 della Legge sulle Associazioni Religiose e il Culto Pubblico vieta ai ministri di culto di essere beneficiari testamentari di persone da loro «dirette o assistite spiritualmente», salvo che si tratti di parenti fino al quarto grado[27].
In linea generale, gli atti di culto pubblico devono svolgersi all’interno dei luoghi di culto. In casi eccezionali, possono essere celebrati in altri spazi, purché ne venga data preventiva comunicazione alle autorità competenti almeno 15 giorni prima della data prevista (articolo 24 della Costituzione e articolo 21 della Legge sulle Associazioni Religiose e il Culto Pubblico)[28]. Le autorità possono vietare tali atti solo per motivi di sicurezza, salute pubblica, moralità, inquinamento acustico, ordine pubblico o per la tutela dei diritti di terzi (articolo 22, Legge sulle Associazioni Religiose e il Culto Pubblico)[29].
Merita particolare attenzione il riconoscimento della libertà di coscienza, estesa anche all’ambito sanitario. L’articolo 10 bis[30] della Legge Generale sulla Salute[31] attribuisce al personale medico e infermieristico del Servizio Sanitario Nazionale il diritto all’obiezione di coscienza, specificando che tale diritto non può costituire motivo di discriminazione sul lavoro.
Tuttavia, nel settembre 2021, la Corte Suprema di Giustizia ha dichiarato l’incostituzionalità dell’articolo 10 bis[32] , ritenendo che non stabilisca limiti sufficienti a garantire che l’obiezione di coscienza sia esercitata senza ledere i diritti umani di terzi, in particolare il diritto alla salute. Alla luce di tale sentenza, la Corte ha invitato il Congresso a elaborare una normativa che disciplini in modo adeguato l’esercizio dell’obiezione di coscienza[33].
Episodi rilevanti e sviluppi
Gli episodi di violenza contro sacerdoti, religiosi e istituzioni della Chiesa cattolica in Messico sono monitorati dal Centro Cattolico Multimediale (CCM), che raccoglie dati dal 1990 e pubblica rapporti annuali dal 2018. I rapporti relativi al 2023 e al 2024 riportano l’uccisione di tre sacerdoti e cinque casi di aggressione aggravata. Segnalano inoltre che, nel corso del mandato sessennale del presidente Andrés Manuel López Obrador, sono stati assassinati dieci sacerdoti[34], altri dieci hanno subito gravi atti di violenza e si sono registrati circa 900 episodi di estorsione ai danni di membri della Chiesa cattolica[35].
Nel 2023, padre Javier García, della parrocchia di Capacho, nello Stato di Michoacán, è stato ucciso a colpi d’arma da fuoco[36], mentre padre José Angulo Fonseca è stato assassinato a Jalisco, presumibilmente dal proprio fratello[37]. Nel febbraio dello stesso anno, poco dopo aver celebrato la Messa in Chiapas, padre Marcelo Pérez è stato colpito da arma da fuoco mentre si trovava in automobile. Padre Marcelo, di etnia tzotzil, era noto per il suo impegno nella difesa dei popoli nativi[38]. Nell’ottobre 2024, le autorità hanno annunciato l’arresto del presunto autore dell’omicidio[39]. Nel gennaio 2023, il pastore della chiesa del Monte Sion, in Chiapas, è stato assassinato dopo aver denunciato di essere vittima di estorsione[40].
Le violenze non risparmiano i fedeli laici. Nel giugno 2023, due catechiste sono state uccise mentre si recavano a una processione eucaristica[41]. Nel novembre 2024, un chierichetto e suo fratello – che aiutava la madre nelle pulizie della chiesa – sono rimasti uccisi in una sparatoria nei pressi della parrocchia di Nostra Signora di Guadalupe, a Veracruz[42]. Nel gennaio 2025, un pellegrino in cammino verso San Juan de los Lagos è stato assassinato la sera mentre si accampava[43]. In seguito all’episodio, la Conferenza Episcopale Messicana ha invitato le autorità ad aprire un’indagine e a garantire la sicurezza dei fedeli[44]. Nel marzo 2025, sette membri di un gruppo giovanile di Guanajuato sono stati massacrati da un commando armato. Le autorità hanno rinvenuto oltre 50 bossoli e numerosi fori di proiettile sui muri della chiesa[45].
Padre Omar Sotelo, direttore del CCM, ha dichiarato che il crimine organizzato ha introdotto una cultura della corruzione e della morte che, a sua volta, alimenta la disgregazione sociale e una cultura della droga e della violenza[46].
Tra gli altri episodi registrati nel periodo in esame, si segnala un tentato accoltellamento dell’arcivescovo di Durango, Faustino Armendáriz, avvenuto nella sacrestia della cattedrale dopo la Messa[47]. In risposta all’attacco, è stata lanciata una campagna civica per chiedere un rafforzamento legislativo a tutela della libertà religiosa[48]. Padre José Filiberto Velásquez, che aveva denunciato i conflitti tra gruppi criminali, è stato attaccato mentre si trovava in auto, colpita da almeno due proiettili[49]. Un gruppo armato ha rapinato diversi veicoli fermi sull’autostrada a causa della nebbia, tra cui quello su cui viaggiava il vescovo Eduardo Cervantes Merino di Orizaba, insieme ad alcuni sacerdoti: sono stati derubati degli effetti personali, incluso l’anello episcopale[50]. Il vescovo Gonzalo Alonso Calzada Guerrero è stato rapinato, legato e abbandonato su una collina[51]. Un altro gruppo armato ha assaltato una casa dei Legionari di Cristo, dove si trovava il vescovo Pedro Pablo Elizondo di Cancún con alcuni sacerdoti[52]. Padre Abraham Hernández, della parrocchia di Cristo Salvatore, a Città del Messico, ha ricevuto minacce di morte per non aver pagato il denaro richiesto come pizzo[53]. L’attuale clima di impunità favorisce il ripetersi di atti intimidatori da parte delle organizzazioni criminali, soprattutto nei confronti dei membri del clero che si oppongono alle loro richieste.
La Commissione Interamericana dei Diritti Umani (CIDH) ha rivolto un appello al governo messicano affinché garantisse misure di sicurezza efficaci a favore di undici membri della comunità gesuita di Cerocahui, nello Stato di Chihuahua, affermando che si trovavano «in una situazione grave e urgente a causa delle minacce e delle intimidazioni da parte di gruppi della criminalità organizzata»[54].
Oltre agli attacchi contro la vita e l’incolumità fisica di religiosi e laici nel periodo di riferimento, si sono registrati numerosi episodi di vandalismo, offese al sentimento religioso e gravi ostacoli all’esercizio della libertà religiosa. Secondo il rapporto del Centro Cattolico Multimediale (CCM), negli ultimi sei anni gli attacchi ai luoghi di culto e le profanazioni sono aumentati fino a raggiungere una media di 26 a settimana[55].
L’Associazione dei Pastori Evangelici ha denunciato che, nello Stato del Chiapas, narcotrafficanti avrebbero richiesto il pagamento di 1.500 dollari al mese come “pizzo” per consentire alle chiese di restare aperte[56]. Minacce analoghe si sarebbero verificate anche nella capitale[57]. Sia comunità cattoliche sia evangeliche hanno segnalato un’ondata di violenza che ha costretto alla chiusura di diversi luoghi di culto[58]. La comunità evangelica dello Stato di Hidalgo ha riferito che alcuni dei suoi leader sono stati oggetto di intimidazioni tali da dover abbandonare temporaneamente la zona; cinque mesi più tardi, hanno potuto fare ritorno nei luoghi d’origine grazie a un accordo con le autorità statali e municipali[59].
Numerosi i casi di profanazione segnalati: nella parrocchia di Santa Maria Maddalena, a Kino (Sonora), sono state distrutte immagini sacre[60]; il Santissimo Sacramento è stato rubato dalla cappella del Signore del Raccolto, a Jiutepec[61]; nella chiesa di Santiaguito, a Irapuato (Guanajuato), è stato appiccato un incendio doloso[62]; uomini incappucciati hanno legato un sacerdote e saccheggiato la parrocchia di San Luigi Gonzaga, a Città del Messico, portando via oggetti liturgici in argento[63]. Nella parrocchia del Verbo Incarnato, a Ciudad Frontera (Coahuila), alcuni ladri hanno sottratto oggetti sacri e profanato l’Eucaristia[64]. A San Felipe de Jesús, nell’arcidiocesi di San Luis Potosí, sono stati rubati calici e pissidi impreziositi da pietre preziose, insieme a sistemi di videosorveglianza[65]. Un pastore evangelico statunitense ha distrutto con un’accetta un’immagine della Vergine di Guadalupe durante una predicazione[66]; un altro uomo è entrato nella chiesa dello Spirito Santo, a Culiacán (Sinaloa), durante la Messa, distruggendo varie immagini religiose e profanando l’Eucaristia[67].
In un episodio di violenza tra gruppi criminali nel villaggio di Santa Anita, a Guachochi (Chihuahua), un uomo è rimasto ucciso e la chiesa locale è stata colpita da centinaia di proiettili. Un sacerdote è riuscito a mettere in salvo tre bambini rimasti intrappolati nel fuoco incrociato[68]. Il portavoce dell’arcidiocesi di San Luis Potosí ha espresso viva preoccupazione per i ripetuti attacchi contro le chiese del centro storico cittadino e per il clima generale di insicurezza[69]. In un altro episodio, alcuni membri della Guardia Nazionale sono entrati nella parrocchia del Sacro Cuore, a Veracruz, durante la Messa domenicale, inseguendo un migrante che si era rifugiato all’interno della chiesa[70].
Come già avvenuto nei precedenti periodi di riferimento, anche l’8 marzo, in occasione della Giornata Internazionale della Donna, si sono verificati atti di vandalismo contro beni pubblici e privati, inclusi edifici della Chiesa cattolica, che sono stati imbrattati o danneggiati in diverse aree del Paese, tra cui Oaxaca, Durango, Aguascalientes, Monterrey, León e Puebla. A Città del Messico, le manifestanti hanno appiccato fuochi davanti alla Cattedrale Metropolitana e lanciato fuochi d’artificio oltre le recinzioni erette per proteggere l’edificio[71].
Media evangelici e laici hanno denunciato episodi di molestie da parte di fedeli cattolici. Nel dicembre 2022, una donna battista è stata legata a un albero e picchiata da alcuni leader della comunità nello Stato di Hidalgo, nel tentativo di impedire alla comunità battista di coltivare le proprie terre[72]. A Oaxaca, una chiesa evangelica è stata incendiata dopo il rifiuto dei responsabili di pagare un contributo richiesto per una festa patronale. Le autorità municipali avrebbero successivamente negato il permesso di ricostruzione, adducendo che si trattava di un’area a maggioranza cattolica[73]. In Chiapas, un’abitazione è stata data alle fiamme nel tentativo di bloccare la costruzione di una nuova chiesa evangelica. La popolazione locale, per lo più indigena, tradizionalmente pratica un sincretismo tra il Cattolicesimo e le credenze ancestrali, ma negli ultimi anni molte persone si sono convertite alla fede evangelica[74].
Almeno 500 evangelici sono stati sfollati dalle proprie comunità nei villaggi della regione di Oaxaca per aver rifiutato di rinunciare alla loro fede[75]. I convertiti a confessioni cristiane non cattoliche affermano di essere frequentemente vittime di aggressioni, al punto che in più occasioni polizia ed esercito sono dovuti intervenire per placare i disordini[76]. Gli attacchi contro le comunità evangeliche hanno indotto il Congresso dello Stato di Oaxaca a chiedere alle autorità locali di contrastare l’intolleranza religiosa e promuovere programmi volti al rispetto della libertà di credo[77].
Nel periodo di riferimento, la Corte Suprema di Giustizia della Nazione si è pronunciata su vari casi concernenti la libertà religiosa. Tre ricorsi sono stati presentati contro municipalità dello Stato di Yucatán, con la richiesta di vietare l’utilizzo di fondi pubblici per l’allestimento di presepi, ritenendo tale uso incompatibile con il principio di laicità dello Stato. La questione ha generato un ampio dibattito pubblico[78]. Uno dei ricorrenti ha infine ritirato l’istanza e, ad oggi, la Corte ha emesso solo progetti di sentenza[79]. La Chiesa cattolica ha preso parte al confronto, invocando il rispetto della libertà religiosa[80].
Un’ulteriore controversia ha riguardato la modifica dei contenuti dei libri di testo destinati alle scuole primarie, distribuiti gratuitamente nell’ambito del piano “Nuova Scuola Messicana”, promosso dal presidente López Obrador. I testi includono riferimenti a concetti legati all’ideologia di genere e a principi di matrice marxista-socialista, suscitando la disapprovazione di numerosi genitori. La decisione di procedere alla riformulazione dei contenuti senza la partecipazione o la previa consultazione degli attori del mondo educativo – come richiesto dalla Legge sull’Istruzione – ha generato forti critiche[81].
Nel frattempo, i tribunali messicani hanno emesso una sentenza favorevole alla diocesi di Querétaro, che aveva respinto la richiesta di una persona transgender di modificare il sesso indicato nel proprio certificato di battesimo, affinché rispecchiasse la sua “pretesa di essere donna, anziché uomo”. La decisione è stata interpretata come un riconoscimento dell’autonomia delle organizzazioni religiose[82].
Il Tribunale Elettorale ha stabilito che la figura della «Santa Muerte» – raffigurata come uno scheletro che imita l’immagine della Vergine Maria e considerata parte di un culto satanico – non costituisce un simbolo religioso e che, pertanto, il suo utilizzo nella propaganda elettorale non viola il principio di laicità dello Stato[83]. Al contrario, ha ritenuto che alcune dichiarazioni del cardinale Juan Sandoval, contenute in un video in cui affermava: «Se vincono quelli al potere, arriva il comunismo»[84], avrebbero potuto influenzare il processo elettorale, violando così il principio di separazione tra Chiesa e Stato.
L’Istituto Elettorale dello Stato di Tamaulipas ha emesso un richiamo ufficiale nei confronti di un sacerdote che aveva celebrato una Messa in occasione dell’apertura della campagna elettorale[85], ritenendo che tale atto costituisse una violazione del principio di laicità.
Nell’aprile 2025, la Corte Suprema di Giustizia della Nazione ha stabilito che la libertà religiosa non è un diritto assoluto, ma soggetto ai limiti previsti dalla Costituzione, che esclude dalla propria tutela le pratiche religiose considerate reati. La pronuncia riguardava il caso di una sacerdotessa appartenente alla religione della “Santería cubana”, che aveva presentato ricorso per poter esercitare rituali giudicati dannosi per gli animali[86].
Per quanto riguarda il potere esecutivo, nel novembre 2023, l’allora presidente López Obrador ha chiesto un incontro con la Conferenza Episcopale Messicana per discutere della situazione del Paese[87]. Nell’aprile 2024, hanno iniziato a circolare immagini di magliette raffiguranti un’immagine simile alla «Santa Muerte» e uno slogan di sostegno al Presidente. In risposta alle polemiche, López Obrador ha giustificato l’episodio come espressione della libertà religiosa, sottolineando che ogni cittadino ha diritto di avere o non avere una religione, e che i credenti meritano rispetto[88]. La Chiesa cattolica ha espresso preoccupazione per la diffusione del culto della «Santa Muerte» e per la “narco-cultura”, ritenuti promotori di violenza e di una cultura della morte[89]. Qualche giorno dopo, l’ex presidente ha accusato il cardinale Sandoval di aver sollecitato un intervento degli Stati Uniti durante la campagna elettorale del 2006 per impedirne l’elezione[90].
Nell’ottobre 2024, nel suo primo discorso dopo l’elezione, la nuova presidente Claudia Sheinbaum ha dichiarato che il suo governo rispetterà la libertà di stampa, la libertà religiosa e quella sessuale[91].
Su richiesta della Rete Evangelica, la Segreteria dell’Istruzione dello Stato di Veracruz ha emanato disposizioni che consentono agli studenti appartenenti a famiglie evangeliche di essere esentati dalla partecipazione alle celebrazioni del Giorno dei Morti, festività di profonda rilevanza culturale in Messico, ma non condivisa dalla comunità evangelica[92].
Nel contesto sociale, continuano a svolgersi manifestazioni pubbliche di religiosità popolare. A Oaxaca si celebra il Giorno della Samaritana, durante il quale giovani donne, vestite in abiti tradizionali, offrono acqua da bancarelle ornate con fiori[93]. La Settimana Santa è celebrata in numerose città, e in particolare a San Luis Potosí e Guerrero si svolge la Processione del Silenzio[94]. A fine gennaio[95], decine di migliaia di giovani partecipano al pellegrinaggio verso il monumento a Cristo Re, a Guanajuato, che nel 2024 ha avuto come tema la libertà religiosa[96]. Il pellegrinaggio annuale alla Basilica di Guadalupe, organizzato intorno al 12 dicembre, ha visto nel 2024 la partecipazione di oltre 12 milioni di fedeli[97].
La Chiesa cattolica continua a svolgere un ruolo significativo a livello sociale e comunitario. In risposta all’aumento della violenza, della corruzione e dell’impunità, durante la Pasqua del 2023, la Conferenza Episcopale Messicana, la Conferenza dei Superiori Maggiori, la Provincia dei Gesuiti e un’associazione laica hanno promosso un Dialogo Nazionale per la Pace, svoltosi presso l’Università di Puebla nel settembre successivo, avanzando una proposta concreta rivolta alle autorità e alla società[98]. Nel 2024, la Chiesa ha facilitato un processo di dialogo che ha portato a una tregua tra cartelli della droga nello Stato di Guerrero, una delle regioni più colpite dalla violenza[99].
In seguito all’uccisione di sei migranti da parte dell’esercito nell’ottobre 2024, l’Arcidiocesi di Città del Messico ha espresso solidarietà nei confronti dei migranti in transito verso gli Stati Uniti, offrendo loro supporto tramite opportunità alternative di lavoro e istruzione. Tali azioni hanno esposto la Chiesa a crescenti minacce da parte delle organizzazioni criminali coinvolte nel traffico di esseri umani e in altre attività illegali[100].
Nel marzo 2025, la Conferenza Episcopale ha espresso profonda preoccupazione per la scoperta di un campo di sterminio, presumibilmente gestito da un cartello della droga, nel quale sarebbero stati bruciati i resti di circa 200 persone scomparse. In tale occasione, i vescovi hanno offerto la propria disponibilità a promuovere il dialogo e la cooperazione per la ricostruzione del tessuto sociale[101], condannando l’impunità con cui il crimine organizzato agisce a livello territoriale[102]. La Conferenza ha inoltre denunciato la presenza di altri luoghi simili nel Paese e ha affermato che tali scoperte evidenziano «la negligenza irresponsabile dei funzionari governativi» di fronte alla grave crisi delle sparizioni forzate[103].
Prospettive per la libertà religiosa
Il Messico continua a essere segnato da uno scenario particolarmente critico per la libertà religiosa, caratterizzato da omicidi di religiosi e laici, aggressioni, estorsioni, profanazioni di luoghi di culto e oggetti sacri, in un contesto di impunità diffusa. Il crimine organizzato, il narcotraffico, le dispute territoriali e la corruzione restano elementi strutturali del sistema sociale e politico. Diversi osservatori internazionali segnalano il Messico come uno dei Paesi più pericolosi al mondo per l’attività pastorale.
In molte aree del Paese, soprattutto in quelle controllate da gruppi criminali, l’assenza di un’azione efficace da parte dello Stato costringe i leader religiosi ad assumere un ruolo attivo nella difesa delle proprie comunità. Questo li espone a gravi rischi, diventando bersagli di intimidazioni volte a instaurare un clima di terrore e silenzio, funzionale alla perpetuazione del traffico di armi, droga e persone.
La tensione latente tra il principio costituzionale di laicità e la forte presenza religiosa nella società messicana si riflette spesso nelle deliberazioni e nei pronunciamenti dell’esecutivo, del legislativo e del potere giudiziario. Le richieste di rispetto del principio di separazione tra Chiesa e Stato vengono talvolta interpretate in modo ideologico, generando sospetti e resistenze nei confronti di qualsiasi iniziativa che riconosca la dimensione spirituale dell’essere umano.
Le prospettive per la libertà religiosa risultano ulteriormente compromesse dai recenti cambiamenti nel governo e nella magistratura, che sembrano alimentare un clima di impunità e favorire l’arroganza dei gruppi criminali. Numerosi cittadini denunciano la compromissione del loro diritto fondamentale a vivere in pace e sicurezza, a causa di una cooperazione implicita – difficile da dimostrare ma percepita come reale – tra le attività della criminalità organizzata e l’inerzia delle istituzioni pubbliche. Questo connubio contribuisce a una spirale di violenza che priva la popolazione di diritti fondamentali, inclusa la libertà religiosa.
Fonti