Paesi OSCE
Roger Kiska
L’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE) si definisce come la più grande organizzazione regionale di sicurezza al mondo[1]. I suoi 57 Stati membri vengono spesso distinti in due gruppi: quelli «a Est di Vienna» e quelli «a Ovest di Vienna». L’OSCE include la Russia, gli Stati Uniti, il Canada, i Paesi dell’Unione Europea e dello Spazio Economico Europeo, il Regno Unito, la Svizzera, gli Stati dell’ex Europa orientale sovietica, il Caucaso e l’Asia centrale.
Tutti gli Stati partecipanti prevedono nei rispettivi ordinamenti una qualche forma di tutela costituzionale della libertà religiosa; tuttavia, il grado di effettiva applicazione di tale diritto, e degli altri diritti fondamentali, varia considerevolmente da Paese a Paese.
Aumento degli episodi antisemiti e anti-islamici
In seguito all’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023 contro Israele e allo scoppio della guerra a Gaza, nella regione OSCE — in particolare “a Ovest di Vienna” — si è registrato un forte incremento degli episodi antisemiti e anti-islamici.
In Francia, gli atti antisemiti sono aumentati di oltre il 1.000 percento, con 1.676 incidenti segnalati nel solo 2023[2]. L’anno successivo si sono contati almeno 106 aggressioni fisiche, tra cui lo stupro di una ragazza ebrea di 12 anni a Courbevoie[3]. Sempre nel 2023, i casi di odio contro i musulmani sono cresciuti del 29 percento, raggiungendo quota 242[4].
Negli Stati Uniti, le università sono state epicentro di proteste anti-israeliane e di accampamenti permanenti in diversi campus. Centinaia di studenti sono stati arrestati o sospesi, alcuni edifici occupati e diversi rettori costretti alle dimissioni. [5] Le intimidazioni rivolte agli studenti ebrei hanno portato molti di loro a sentirsi insicuri nel seguire le lezioni o sostenere esami, costringendo alcune università a spostare le attività didattiche online[6].
Nel Regno Unito, i crimini d’odio contro ebrei[7] e musulmani[8] hanno raggiunto livelli record dopo il 7 ottobre. Moschee e centri islamici sono stati attaccati durante proteste e disordini tra la fine di luglio e l’inizio di agosto 2024, innescati da notizie false circolate sui social media secondo cui l’accoltellamento di tre ragazze durante una lezione di danza a Southport sarebbe stato compiuto da un immigrato con un nome di origine musulmana[9].
In Germania, un rapporto del 2023 ha registrato 4.369 reati collegati al conflitto Israele-Hamas, in netto aumento rispetto ai 61 del 2022[10]. L’Associazione federale dei centri per la ricerca e l’informazione sull’antisemitismo (RIAS) ha documentato 4.782 episodi antisemiti, con un incremento di oltre l’80 percento rispetto all’anno precedente[11]. La rete CLAIM ha inoltre segnalato 1.926 episodi anti-musulmani nel 2023, più del doppio rispetto agli 898 del 2022[12].
Aree colpite da conflitti armati
La guerra in Ucraina ha comportato violazioni della libertà religiosa da entrambe le parti. Nei territori occupati dalla Russia, le autorità hanno sistematicamente represso le confessioni religiose o i membri del clero sospettati di simpatizzare con Kiev[13]. Particolarmente colpite sono state la Chiesa ortodossa d’Ucraina (OCU) e la Chiesa greco-cattolica ucraina, ma restrizioni hanno interessato anche comunità musulmane indipendenti, evangelici e altre minoranze.
Parallelamente, l’Ucraina ha adottato misure contro organizzazioni religiose e civili sospettate di legami con Mosca. Il 23 settembre 2024 è entrata in vigore la Legge sulla protezione dell’ordine costituzionale nel settore delle organizzazioni religiose[14], che vieta i gruppi connessi alla Russia. Pur non citata espressamente, la norma è rivolta principalmente alla Chiesa ortodossa ucraina del Patriarcato di Mosca (UOCMP), autonoma ma soggetta alla giurisdizione del Patriarcato di Mosca. A maggio 2024, la UOCMP contava 10.587 parrocchie in Ucraina, contro le 8.075 dell’OCU[15].
Dalla fine del 2024 si è registrato un forte aumento dei procedimenti penali contro obiettori di coscienza al servizio militare, con pene detentive fino a tre anni. A ottobre 2024 circa 300 obiettori erano sotto inchiesta, il 95 percento dei quali Testimoni di Geova[16]. Fenomeni simili si riscontrano anche nella Federazione Russa, dove non è prevista alcuna alternativa civile al servizio militare in caso di mobilitazione[17].
Nel 2023, l’Azerbaigian ha lanciato un’offensiva militare che ha portato al controllo totale del Nagorno-Karabakh, provocando la pulizia etnica di 120.000 armeni[18]. In questa regione storicamente abitata da cristiani armeni, il governo azero ha avviato la distruzione sistematica di antichi edifici ecclesiastici[19].
Episodi anti-cristiani
Nella regione OSCE si sono registrati numerosi atti di vandalismo e violenza contro chiese e comunità cristiane. In Canada, una serie di incendi dolosi contro chiese cattoliche è stata riportata da un’inchiesta della CBC News del gennaio 2024, secondo cui almeno 33 chiese sono state distrutte tra maggio 2021 e dicembre 2023[20].
Anche in Spagna, gli attacchi alle chiese sono stati frequenti. L’8 marzo 2023, in occasione della Giornata internazionale della donna, attiviste femministe hanno affisso manifesti e imbrattato con vernice viola l’ingresso principale della Chiesa del Cuore Immacolato di Maria a Sabadell[21]. Sono stati registrati anche attacchi contro il clero e i fedeli: il 25 gennaio 2023, ad Algeciras[22], un presunto jihadista ha ucciso un sacrestano e ferito un sacerdote e un convertito marocchino; a Valencia, un uomo che urlava «Sono Gesù Cristo» ha ucciso un sacerdote e ferito gravemente altri religiosi[23].
In Italia, 41 attacchi su 42 contro luoghi di culto hanno preso di mira edifici ecclesiastici[24].
In Croazia, un Rosario mensile recitato da uomini cattolici nella piazza principale di Zagabria e in altri 12 centri è stato ripetutamente bersaglio di contestazioni da parte di attivisti di sinistra, dopo che erano emerse le posizioni pro-life dei partecipanti. Da gennaio 2023, queste preghiere pubbliche non politiche sono state regolarmente disturbate con manifestazioni aggressive[25].
Secondo le autorità greche, nel 2024 si sono verificati 608 atti di violenza, vandalismo e incendi contro luoghi di culto, soprattutto cappelle e chiese ortodosse, con la maggior parte degli episodi concentrata nell’area Atene-Pireo[26].
In Francia, circa 1.000 episodi anti-cristiani sono stati registrati nel 2023, il 90 percento dei quali è stato ai danni delle proprietà religiose[27].
Negli Stati Uniti, gli attacchi contro le chiese sono raddoppiati dal 2022 al 2023[28], alcuni legati a proteste per l’aborto seguite alla sentenza della Corte Suprema Dobbs del 2022[29].
La persecuzione “educata”
La cosiddetta persecuzione educata indica forme non violente ma coercitive di oppressione, attuate tramite pratiche amministrative, norme sociali e leggi, che di fatto emarginano i cristiani ed escludono la fede dallo spazio pubblico. È sempre più frequente, ad esempio, che i finanziamenti pubblici vengano concessi solo a enti che non professano convinzioni considerate discriminatorie verso la comunità LGBT. In un comune del sud-ovest della Norvegia, cinque gruppi cristiani hanno denunciato di non aver avuto accesso ai fondi a causa delle proprie posizioni dottrinali[30].
Prosegue inoltre il ricorso a procedimenti giudiziari per presunti discorsi d’odio. In Finlandia, Päivi Räsänen, parlamentare cristiana ed ex ministra dell’Interno, è sotto processo dal 2019 per aver espresso opinioni di ispirazione cristiana sull’omosessualità, sia in un opuscolo del 2004 che in dichiarazioni pubbliche successive. Sebbene assolta in primo grado e in appello, il governo ha presentato ricorso alla Corte Suprema[31].
Nel 2024, in Belgio, un tribunale ha condannato l’arcivescovo Luc Terlinden e l’ex arcivescovo Jozef De Kesel per discriminazione di genere, avendo negato due volte a una donna l’accesso alla formazione diaconale[32]. La sentenza ha sollevato interrogativi significativi sull’autonomia della Chiesa nel governo della propria dottrina.
Tuttavia, si sono registrati anche sviluppi positivi, con alcune delle più alte corti della regione OSCE che hanno contrastato la cosiddetta persecuzione educata, riaffermando la tutela della libertà religiosa.
Nel caso Higgs contro Farmor’s School[33], la più alta corte d’appello di Inghilterra e Galles si è pronunciata a favore di un’assistente pastorale licenziata da una scuola primaria per aver pubblicato due post su Facebook critici nei confronti dell’educazione LGBT rivolta ai bambini. I post, di ispirazione cristiana, si inserivano nel dibattito in corso nel Regno Unito sull’obbligatorietà dell’educazione sessuale e sull’ideologia di genere nelle scuole primarie.
Anche la Corte Suprema degli Stati Uniti ha emesso due sentenze che hanno segnato un passo importante nella protezione della libertà religiosa. Nel caso Groff contro DeJoy, [34] ha chiarito un dibattito di lunga data sul grado in cui i datori di lavoro sono tenuti a garantire accomodamenti ragionevoli per le persone tutelate da caratteristiche protette, inclusa la religione. Il ricorrente, dipendente del servizio postale, aveva fatto causa contro l’obbligo di lavorare la domenica. La Corte ha stabilito che ignorare la sua convinzione cristiana profondamente radicata costituiva una violazione del Primo Emendamento, in quanto le Poste non avevano dimostrato che la sua assenza avrebbe arrecato un danno significativo all’attività.
Asia Centrale e Islam
Nei Paesi di questa regione — e in maniera particolarmente accentuata in Turkmenistan — le violazioni della libertà religiosa vanno lette nel quadro delle preoccupazioni legate alla sicurezza nazionale, soprattutto alla luce della minaccia percepita dell’estremismo islamico. L’Islam è presente nell’area sin dall’VIII secolo, caratterizzato da una forte tradizione sufi e consolidatosi sotto diversi khanati, compresi quelli di Gengis Khan. Questa tradizione spirituale e culturale è sopravvissuta in gran parte anche al periodo sovietico. In netto contrasto, l’ascesa del salafismo — promosso da gruppi come lo Stato Islamico — ha rappresentato negli ultimi 25 anni una crescente fonte di preoccupazione.
In tale contesto, le misure adottate dai governi per contrastare la radicalizzazione richiedono una valutazione attenta caso per caso, con particolare attenzione alla proporzionalità della risposta rispetto alla credibilità della minaccia. Discernere l’intento reale delle restrizioni alla pratica religiosa è essenziale per distinguere tra legittime esigenze di sicurezza e repressione ingiustificata. Nell’aprile 2023, il regime azero ha arrestato centinaia di musulmani sciiti sospettati di legami con l’Iran[35]. Il Movimento per l’Unità Musulmana (Müsəlman Birliyi Hərəkatı, MBH), un gruppo sciita contrario al controllo statale sulle pratiche religiose, è stato oggetto di una continua persecuzione, comprendente arresti da parte della polizia, percosse e torture[36]. Nel gennaio 2024, l’Azerbaigian si è ritirato dall’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa dopo che l’organismo intergovernativo aveva annunciato la decisione di non ratificare le credenziali della delegazione azera a causa delle gravi violazioni dei diritti umani commesse nel Paese[37].
Sempre nel 2023, la Commissione statunitense per la libertà religiosa internazionale (USCIRF), a seguito di una missione nel Paese, ha raccomandato l’inserimento del Kazakistan nella Special Watch List per le sue «gravi» violazioni della libertà religiosa[38]. Nonostante un appello del Gruppo di lavoro delle Nazioni Unite sulla Detenzione Arbitraria, lanciato due anni prima per ottenere la liberazione dei prigionieri, i musulmani sunniti continuano a essere detenuti[39].
In Kirghizistan le autorità hanno continuato a reprimere forme di adesione all’Islam considerate difformi dalla versione promossa dallo Stato. Tra gennaio e giugno 2023, il Comitato statale per la sicurezza nazionale (SCNS) ha arrestato almeno 23 membri di Hizb ut-Tahrir e 16 appartenenti al gruppo Yakyn Inkar, spesso con l’accusa di possedere materiali classificati come «estremisti»[40]. Nell’agosto 2023, lo SCNS ha disposto la chiusura di 39 moschee e 21 istituzioni educative religiose nella regione di Osh, citando presunte violazioni delle leggi sulla libertà religiosa e delle norme edilizie, igieniche e di sicurezza antincendio[41]. Nel novembre 2023, in Parlamento è stata inoltre avanzata una proposta di legge volta a vietare i veli integrali e le barbe lunghe per «motivi di sicurezza pubblica»[42].
In Tagikistan, Paese a maggioranza sunnita, musulmani che si limitavano a opporsi alle politiche governative sono stati arbitrariamente etichettati come estremisti. Le autorità hanno continuato a sorvegliare e reprimere le pratiche religiose attraverso la cosiddetta «legge sulle tradizioni», che vieta riti religiosi ritenuti eccessivi[43]. Nel 2023, diverse moschee sono state chiuse o demolite per motivazioni di scarsa rilevanza[44].
In Turkmenistan, il regime della famiglia Berdimuhamedow ha adottato un approccio particolarmente repressivo nei confronti delle pratiche islamiche considerate «non tradizionali» o conservatrici. I musulmani che si discostavano dall’interpretazione ufficiale dell’Islam sono stati perseguiti e condannati a lunghe pene detentive[45]. Nell’agosto 2023, Forum 18 ha riferito di perquisizioni condotte dalla polizia di Türkmenbaşy nelle abitazioni di musulmani, con sequestro di materiale religioso[46]. Nell’aprile 2024, i servizi di sicurezza hanno intensificato la sorveglianza sui giovani frequentatori delle moschee, fermando e interrogando uomini sorpresi a pregare, in particolare dopo l’attentato terroristico alla Crocus City Hall di Mosca[47]. Sono stati inoltre effettuati raid nei negozi che vendevano abbigliamento e articoli religiosi[48].
In Uzbekistan, le dinamiche mostrano tratti comuni ad altre repubbliche post-sovietiche dell’Asia Centrale. Nel giugno 2024, circa 100 musulmani sono stati arrestati nella regione meridionale di Qashqadaryo nell’ambito di una campagna nazionale contro coloro che condividevano o discutevano la propria fede[49]. Nel settembre 2023, le autorità hanno chiuso almeno dieci ristoranti halal a Tashkent per il loro rifiuto di vendere alcolici[50]. Nel febbraio 2024, la polizia della capitale ha fermato almeno dieci uomini con la barba lunga, costringendoli a radersi sotto minaccia di incarcerazione[51].
[1] Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa_, “_Who We Are”, https://www.osce.org/who-we-are (consultato il 14 aprile 2025).
[2] “Les chiffres de l’antisémitisme en France”, SPCJ -Service de Protection de la Communauté Juive- https://www.spcj.org/antisémitisme/chiffres-antisémitisme-france-2023-b (consultato l’11 febbraio 2025).
[3] “Les chiffres de l’antisémitisme en France en 2024”, Service de Protection de la Communauté Juive, https://www.spcj.org/antis%C3%A9mitisme/chiffres-de-l-antis%C3%A9mitisme-2024 (consultato il 21 marzo 2025).
[4] Rapporto 2023 della Commissione Nazionale Consultiva per i Diritti Umani sulla lotta contro il razzismo, l’antisemitismo e la xenofobia, CNCDH, https://www.cncdh.fr/sites/default/files/2024-06/CNCDH_Les_Essentiels_Rapport_Racisme_2023_0.pdf (consultato il le 11 febbraio 2025); Les incendies criminels d’églises en hausse de 30% l’année dernière”, Info Europe 1, William Molinié, Info Europe 1, https://www.europe1.fr/societe/info-europe-1-les-incendies-criminels-deglises-en-hausse-de-30-lannee-derniere-278087 (consultato l’11 aprile 2025).
[5] Nadine El Bawab, “How pro-Palestinian protests unfolded on college campuses across the US: A timeline”, ABC News, 4 maggio 2024, https://abcnews.go.com/US/pro-palestinian-protests-unfolded-college-campuses-us-timeline/story?id=109902300 (consultato il 14 aprile 2025).
[6] Anemona Hartocollis, “Jewish Students Describe Facing Antisemitism on Campus to Members of Congress”, New York Times, 1° marzo 2024 https://www.nytimes.com/2024/03/01/us/antisemitism-campus-jewish-students.html# (consultato il 14 aprile 2025).
[7] CST, Episodi di antisemitismo nel 2023, p. 4, https://cst.org.uk/public/data/file/9/f/Antisemitic_Incidents_Report_2023.pdf (consultato il 14 ottobre 2024).
[8] “Tell MAMA recorded almost 5,000 anti-Muslim cases a year on from 7 October”, TellMAMA, 7 ottobre 2024, https://tellmamauk.org/tell-mama-recorded-almost-5000-anti-muslim-cases-a-year-on-from-7-october/ (consultato il 27 novembre 2024).
[9] Andy Gregory, “How lies and disinformation about Southport knife attack suspect led to riots”, Independent, 31 luglio 2024, https://www.independent.co.uk/news/uk/crime/southport-attack-riots-far-right-social-media-b2588628.html (consultato il 6 th novembre 2024).
[10] “Bundesweite Fallzahlen 2023 - Politisch motivierte Kriminalität”, BMI, BKA, (2024) p. 11, https://www.bmi.bund.de/SharedDocs/downloads/DE/veroeffentlichungen/nachrichten/2024/pmk2023-factsheets.pdf?__blob=publicationFile&v=3 (consultato il 10 febbraio 2025).
[11] RIAS, Annual Report on Antisemitic Incidents in Germany, 25 giugno 2024, https://report-antisemitism.de/documents/2024-06-25_rias-bund_press_release_annual_23.pdf (consultato il 14 aprile 2025).
[12] Sarah Marsh, “Anti-Muslim incidents double in Germany but overlooked by authorities, NGO says”, Reuters, https://www.reuters.com/world/europe/anti-muslim-incidents-double-germany-overlooked-by-authorities-ngo-says-2024-06-24/ (consultato il 10 febbraio 2025).
[13] Martin Fornusek, “Faith under fire: Russia’s war on religion in Ukraine’s occupied territories”, Kyiv Independent, 4 aprile 2024, https://kyivindependent.com/faith-under-fire-russias-war-on-religion-in-ukraines-occupied-territories/ (consultato il 16 th gennaio 2025).
[14] “Про захист конституційного ладу у сфері діяльності релігійних організацій (Sulla tutela dell’ordine costituzionale nell’ambito dell’attività delle organizzazioni religiose)”, Verkhovna Rada of Ukraine, 20 agosto 2024, https://zakon.rada.gov.ua/laws/show/3894-20#Text (consultato il 13 febbraio 2025).
[15] Konstantin Skorin, “Ukraine’s Ban on Moscow-linked Church will have Far-Reaching Consequences”, 4 settembre 2024, https://carnegieendowment.org/russia-eurasia/politika/2024/08/zapret-upc-v-ukraine?lang=en (consultato il 14 aprile 2025).
[16] Willy Fautré, “Thousands of conscientious objectors under threat of 3-year prison terms”, Human Rights Without Frontiers, 2 dicembre 2024, https://hrwf.eu/wp-content/uploads/2024/12/Ukraine-2024.pdf (consultato il 16 th febbraio 2025).
[17] Victoria Arnold, “No legal provision for alternative civilian service during mobilisation”, Forum 18 News Service, 19 dicembre 2022, https://www.forum18.org/archive.php?article_id=2797 (consultato il 14 marzo 2025).
[18] “Azerbaijani Regime Ethnically Cleansed Nagorno-Karabakh According to International Fact-Finding Mission”, Freedom House, https://freedomhouse.org/article/new-report-azerbaijani-regime-ethnically-cleansed-nagorno-karabakh-according-international (consultato il 1° marzo 2025).
[19] “Azerbaijan – Uscirf Annual Report 2024 – Recommended For Countries Of Particular Concern (CPC)”, Commissione degli Stati Uniti sulla Libertà Religiosa Internazionale, https://www.uscirf.gov/sites/default/files/2024-05/Azerbaijan.pdf (consultato il 1° marzo 2025).
[20] CBC News, “Why dozens of churches in Canada have been torched and burned”, aprile 2024, https://www.cbc.ca/player/play/video/1.7079243 (consultato il 15 aprile 2025).
[21] “Feministas atacan la iglesia del Inmaculado Corazón de María en Sabadell”, en Dolça Catalunya, 9 marzo 2023, https://www.dolcacatalunya.com/2023/03/feministas-atacan-la-iglesia-del-inmaculado-corazon-de-maria-en-sabadell/ (consultato il 14 aprile 2025).
[22] “Las víctimas del ataque yihadista de Algeciras describen ante el juez las agresiones”, en la Voz de Cádiz, Campo de Gibraltar, 24 marzo 2023. https://www.lavozdigital.es/provincia/campo-gibraltar/victimas-ataque-yihadista-algeciras-describen-ante-juez-20230324114925-ntv.html (consultato il 14 aprile 2025).
[23] «La Policía detiene al agresor de los frailes del monasterio de Gilet », Las Provincias, 10 novembre 2024. https://www.lasprovincias.es/valencia/guardia-civil-detiene-hombre-agresiones-frailes-monasterio-20241110091547-nt.html?ref=https%3A%2F%2Fwww.lasprovincias.es%2Fvalencia%2Fguardia-civil-detiene-hombre-agresiones-frailes-monasterio-20241110091547-nt.html (consultato il 14 aprile 2025).
[24] Ufficio per le Istituzioni Democratiche e i Diritti Umani (ODIHR), “Hate Crime Reporting: Italy 2023”, OSCE, 2023, https://hatecrime.osce.org/reporting/italy/2023 (consultato il 27 febbraio 2025).
[25] “Public prayer gathering attacked in Zagreb”, Osservatorio sull’intolleranza e la discriminazione contro i cristiani (OIDAC), https://www.intoleranceagainstchristians.eu/index.php?id=12&case=8671 (consultato il 15 aprile 2025).
[26] “Ministry Report: 608 Incidents of Violence, Vandalism at Religious Sites in Greece in 2004”, Tovima.com, 3 gennaio 2025, https://www.tovima.com/society/ministry-report-608-incidents-of-violence-vandalism-at-religious-sites-in-greece-in-2024#:~:text=A%20total%20of%20608%20acts%20of%20violence%2C,%E2%80%93%20directed (consultato il 10 gennaio 2025).
[27] ”Près de 1 000 actes anti-chrétiens enregistrés en 2023, selon le ministère de l’Intérieur”, Grégoire Gindre, RCF, 26 marzo 2024, https://www.rcf.fr/articles/actualite/pres-de-1-000-actes-antichretiens-enregistres-en-2023-selon-le-ministere-de (consultato il 15 aprile 2025).
[28] Arielle Del Turco, “Hostility Against Churches Is on the Rise in the United States: Analyzing Incidents from 2018-2023”, Family Research Council, febbraio 2024, https://downloads.frc.org/EF/EF24B78.pdf (consultato il 3 febbraio 2025).
[29] “Backgrounder: Attacks on Catholic Churches in the U.S.”, Conferenza episcopale degli Stati Uniti, https://www.usccb.org/committees/religious-liberty/Backgrounder-Attacks-on-Catholic-Churches-in-US#tab--_023 (consultato il 3 febbraio 2025).
[30] “Norwegian city under fire for refusing grants to Christian institutions”, CNE News, 11 aprile 2023, https://cne.news/article/2888-norwegian-city-under-fire-for-refusing-grants-to-christian-institutions (consultato il 20 novembre 2024).
[31] Osservatorio sull’intolleranza e la discriminazione contro i cristiani in Europe, “Update: Prosecutor will take Päivi Räsänen case to Supreme Court”, 12 gennaio 2024, https://www.intoleranceagainstchristians.eu/index.php?id=12&case=7234 (consultato il 19 maggio 2025).
[32] “Aartsbisschoppen schuldig aan discrimineren vrouw die opleiding tot diaken wil volgen", De Morgen, 25 giugno 2024, https://www.demorgen.be/snelnieuws/aartsbisschoppen-schuldig-aan-discrimineren-vrouw-die-opleiding-tot-diaken-wil-volgen~b3defc26a/ (consultato il 7 gennaio 2025).
[33] Higgs contro Farmor’s School [2025] EWCA Civ 109 (12 febbraio 2025), https://www.bailii.org/cgi-bin/format.cgi?doc=/ew/cases/EWCA/Civ/2025/109.html&query=(higgs)+AND+(v)+AND+(farmor%27s)+AND+(school) (consultato il 27 giugno 2025).
[34] Groff contro DeJoy, 600 U.S. 447 (2023), https://www.supremecourt.gov/opinions/22pdf/22-174_k536.pdf (consultato il 27 giugno 2025).
[35] “Mass arrests of religious Shias reported in Azerbaijan”, eurasianet, https://eurasianet.org/mass-arrests-of-religious-shias-reported-in-azerbaijan (consultato il 15 aprile 2025).
[36] “Müsəlman Birliyi Hərəkatının daha bir üzvü saxlanılıb” (Un ulteriore esponente del Movimento per l’Unità Musulmana è stato arrestato), Amerikanın Səsi, https://www.amerikaninsesi.org/a/7044003.html (consultato il 1 st marzo 2025).
[37] “Facing expulsion, Azerbaijan quits European parliamentary body”, Eurasianet, 25 gennaio 2024, https://eurasianet.org/facing-expulsion-azerbaijan-quits-european-parliamentary-body (consultato il 26 agosto 2025).
[38] “Kazakhstan – Uscirf Annual Report 2024 – Recommended For Special Watch List”, Commissione degli Stati Uniti sulla Libertà Religiosa Internazionale, https://www.uscirf.gov/sites/default/files/2024-05/Kazakhstan%202024.pdf (15 aprile 2025).
[39] “KAZAKHSTAN: Still jailed despite 2021 UN "immediate" release call”, Forum 18, https://www.forum18.org/archive.php?article_id=2861 (17 dicembre 2024).
[40] “Kyrgyzstan – Uscirf Annual Report 2024 – Recommended For Special Watch List”, Commissione degli Stati Uniti sulla Libertà Religiosa Internazionale, https://www.uscirf.gov/sites/default/files/2024-05/USCIRF%202024%20Annual%20Report.pdf (consultato il 18 dicembre 2024).
[41] “УКМК Ош облусундагы 60тан ашуун мечит, медресенин ишин токтотту” (Il Comitato Statale per la Sicurezza Nazionale ha sospeso l’attività di oltre 60 moschee e madrasse nella regione di Osh), Азаттык үналгысы, https://www.azattyk.org/a/32538861.html (consultato il 18 dicembre 2024).
[42] “Диний фанатизм”: Паранжы менен сакалга Борбор Азияда эмнеге каршы болууда? “Fanatismo religioso”: perché in Asia Centrale si assiste a un’opposizione al burqa e alla barba?), BBC News, https://www.bbc.com/kyrgyz/articles/c6pdq89djz5o (consultato il 18 dicembre 2024).
[43] “Tajikistan – Uscirf Annual Report 2024 – Recommended For Countries Of Particular Concern (CPC)”, Commissione degli Stati Uniti sulla Libertà Religiosa Internazionale, https://www.uscirf.gov/sites/default/files/2024-05/Tajikistan.pdf (consultato il 5 gennaio 2025).
[44] Ibid.
[45] Freedom in the World 2024: Turkmenistan, Freedom House, https://freedomhouse.org/country/turkmenistan/freedom-world/2024 (consultato il 5 th febbraio 2025).
[46] “Raids, literature seizures, imam detained”, Forum 18, https://www.forum18.org/archive.php?article_id=2858 (consultato l’8 febbraio 2025).
[47] Lebapda, “Moskwa hüjüminden soň, howpsuzlyk güýçlendirildi (Sicurezza rafforzata nel Lebap dopo l’attacco a Mosca)”, Azat Ýewropa/Azatlyk Radiosy, https://www.azathabar.com/a/lebabyn-hakimiyetleri-moskwa-hujuminden-son-howpsuzlygy-guyclendirdi/32879522.html (consultato il 12 th febbraio 2025).
[48] Orsýetdäki pajygaly hüjümden soň türkmen polisiýasy dinçileri gysýar (Polizia turkmena reprime le figure religiose dopo il tragico attacco in Russia), Azat Ýewropa/Azatlyk Radiosy, https://www.azathabar.com/a/orsyetdaki-pajygaly-hujumden-son-turkmen-polisiyasy-dincileri gysyar/32876308.html (consultato il 12 febbraio 2025).
[49] “Former prisoner of conscience rearrested, another given 10 more years jail”, Forum 18, https://www.forum18.org/archive.php?article_id=2933 (consultato il 10 th marzo 2025).
[50] “Uzbekistan’s recent anti-religious measures present a worrisome trend for its Muslims”, Global Voices, https://globalvoices.org/2024/02/29/uzbekistans-recent-anti-religious-measures-present-a-worrisome-trend-for-its-muslims/ (consultato il 10 marzo 2025).
[51] “«Либо сбреете бороду, либо сядете на 15 суток». В Ташкенте снова начались рейды против ношения бород («O ti radi la barba o vai in prigione per 15 giorni». Sono ricominciati a Tashkent i raid contro chi porta la barba)”, Радио Озодлик, https://rus.ozodlik.org/a/32812887.html (consultato il 10 marzo 2025).