Medio Oriente e Nord Africa (MENA)
La regione del Medio Oriente e Nord Africa (MENA) rimane una delle aree più complesse e instabili al mondo. Sebbene nel biennio di riferimento si siano registrati alcuni sviluppi positivi, questi sono stati in gran parte offuscati da tendenze preoccupanti e dal conflitto tra Israele e Hamas, che ha innescato livelli di violenza senza precedenti e una più ampia destabilizzazione regionale.
Si possono individuare alcune tendenze principali, che non si applicano in maniera uniforme a tutti i Paesi della regione né agli Stati a maggioranza musulmana limitrofi come Turchia, Pakistan e Afghanistan.
Iniziative governative in favore delle minoranze religiose
Sebbene nei Paesi a maggioranza islamica non si possa parlare di piena libertà religiosa, alcuni governi hanno mostrato una maggiore apertura, riconoscendo che il pluralismo religioso costituisce ancora un elemento essenziale del mosaico sociale. Monarchie islamiche come la Giordania e il Marocco vantano una lunga tradizione di dialogo interreligioso e invocano ripetutamente la moderazione religiosa.
Negli ultimi anni, anche altri Stati della regione hanno perseguito politiche più tolleranti. Gli Emirati Arabi Uniti (EAU), in particolare, hanno continuato a mostrare apertura verso ebrei e cristiani. Ne è esempio l’inaugurazione, nel 2023 ad Abu Dhabi, della Casa della Famiglia Abramitica, un centro multireligioso che comprende una chiesa, una sinagoga e una moschea. Nell’aprile 2023, la comunità ebraica degli Emirati Arabi Uniti ha potuto celebrare la Pasqua ebraica[1] e, nel febbraio 2024, il Primo Ministro indiano Narendra Modi ha inaugurato il primo tempio indù della capitale emiratina[2].
Anche il Marocco ha compiuto passi significativi verso la comunità ebraica. Nel novembre 2022, l’Università Politecnica Mohammed VI di Marrakech ha inaugurato la prima sinagoga universitaria del mondo arabo, costruita accanto a una nuova moschea del campus, con i due edifici che condividono un muro a simboleggiare l’unità religiosa[3]. Tuttavia, al momento dell’inaugurazione non erano iscritti studenti ebrei all’università e, a luglio 2025, non risultava alcuna nuova iscrizione. Pochi mesi dopo l’inaugurazione, Israele ha riconosciuto l’annessione del Sahara Occidentale da parte del Marocco, già sancita nel 2020 dalla prima amministrazione Trump come parte dei negoziati per la normalizzazione delle relazioni bilaterali tra i due Paesi[4].
Nel febbraio 2023, l’Oman e la Santa Sede hanno stabilito piene relazioni diplomatiche[5]. In Bahrein, il Re ha donato un terreno alla Chiesa ortodossa e ha fatto visita a Papa Francesco in seguito al viaggio di quest’ultimo nel Paese[6].
Questi sviluppi sono senza dubbio positivi, in quanto contribuiscono a scalfire le profonde riserve nei confronti dei non musulmani. Tuttavia, sono spesso legati a obiettivi politici: gli Stati interessati tendono a presentarsi all’estero come tolleranti, mentre sul piano interno continuano ad agire in modo repressivo e non garantiscono una libertà religiosa piena.
Islam politico
Un sondaggio condotto da Arab Barometer nel 2023 ha mostrato che, nella maggior parte dei Paesi, sia i cittadini più giovani sia quelli più anziani esprimono una chiara preferenza per un ruolo più incisivo della religione sulla scena politica[7].
Questa tendenza si riflette anche nei comportamenti elettorali. Il braccio politico dei Fratelli Musulmani ha ottenuto un risultato significativo alle elezioni parlamentari in Giordania nel settembre 2024: con 31 seggi su 138, il partito islamista è divenuto la principale forza parlamentare, raggiungendo il miglior risultato degli ultimi 35 anni. Nell’aprile 2025, tuttavia, le autorità giordane hanno messo al bando i Fratelli Musulmani, accusandoli di pianificare atti di violenza. Pur essendo stato autorizzato a continuare ad operare, il braccio politico ha visto i propri uffici sottoposti a perquisizioni[8].
Ben più rilevante, sul piano interno e per le implicazioni internazionali, è stata la conquista del potere in Siria da parte della milizia islamista Hayat Tahrir al-Sham (HTS) alla fine del 2024. All’inizio del 2025, il leader di HTS, Ahmed al-Sharaa, è stato proclamato presidente per il «periodo di transizione», succedendo al presidente di lungo corso Bashar al-Assad, rovesciato da una rapida offensiva ribelle che ha posto fine a decenni di dominio della minoranza alauita. Al-Sharaa è il fondatore di al-Nusrah, un gruppo affiliato ad al-Qaeda[9] e responsabile di numerosi attacchi contro civili, inclusi massacri di cristiani e drusi.[10] Nonostante affermazioni più recenti a favore della libertà religiosa, il presidente ad interim aveva in passato dichiarato di voler vedere la Siria governata dalla legge islamica, senza spazio per le minoranze alauita, sciita, drusa e cristiana[11].
Non è ancora chiaro quale sarà l’impatto della presa di potere dell’Hayat Tahrir al-Sham sulla libertà religiosa. Alcuni Stati occidentali hanno iniziato a trattare i nuovi governanti come interlocutori legittimi, sebbene il governo britannico consideri Hay’at Tahrir al-Sham «un altro nome di al-Nusrah» e lo mantenga nella lista delle organizzazioni terroristiche affiliate ad al-Qaeda[12]. Anche il Consiglio di Sicurezza dell’ONU classifica l’HTS come organizzazione terroristica[13]. Ciononostante, il presidente ad interim al-Sharaa è stato ricevuto a Parigi dal presidente Emmanuel Macron nel maggio 2025 e, nello stesso mese, ha incontrato il presidente statunitense Donald Trump in Arabia Saudita. Nel luglio 2025, gli Stati Uniti hanno rimosso l’HTS dalla lista delle organizzazioni terroristiche[14].
Macron e Trump hanno entrambi chiesto l’adozione di politiche inclusive verso le minoranze religiose. L’inclusione di un rappresentante cristiano e di uno druso nel governo di transizione è stata presentata come un segnale positivo, e il governo ha assicurato ai leader cristiani che i diritti delle minoranze sarebbero stati rispettati. Tuttavia, già nel luglio 2025 i rappresentanti cristiani hanno dichiarato di non poter riporre fiducia nella protezione promessa da al-Sharaa, sottolineando come l’HTS resti ideologicamente vicino a un islamismo radicale[15].
In questo contesto, il massacro di centinaia di membri della comunità alauita nel marzo 2025 solleva gravi preoccupazioni. Anche i cristiani sono stati coinvolti nelle violenze[16]. Alla fine di aprile, inoltre, si sono verificati scontri tra membri della minoranza drusa e truppe filogovernative, che hanno causato quasi un centinaio morti[17].
Considerata la composizione a maggioranza sunnita della popolazione siriana, non vi sono indicazioni che al termine del periodo di transizione di cinque anni possa emergere un governo laico. Al contrario, i segnali vanno nella direzione di una crescente islamizzazione della vita politica e pubblica. Ne sono prova le modifiche introdotte nella Costituzione provvisoria, inclusa una dichiarazione del marzo 2025 che stabilisce l’obbligo per il presidente di essere musulmano e il riconoscimento della giurisprudenza islamica come principale fonte della legislazione[18].
Islamizzazione
L’islamizzazione della vita pubblica, utilizzata per consolidare il consenso e rafforzare la legittimità politica, è una tendenza in crescita in diverse aree della regione. In Libia, il Governo di Unità Nazionale (GNU) con sede a Tripoli è riconosciuto a livello internazionale, sebbene controlli soltanto un terzo del Nord del Paese e nessuna area nel Sud. Nel novembre 2024, il Ministro dell’Interno ha annunciato la riattivazione della “polizia morale”, dichiarando che alle donne non sarebbe stato consentito uscire senza indossare il velo islamico né viaggiare da sole senza un tutore di sesso maschile[19].
Nello stesso mese, il Parlamento iracheno ha esteso il divieto di vendita di alcolici anche a hotel e circoli sociali, portando il Paese verso una proibizione totale[20]. Tuttavia, il Nord controllato dai curdi — con una consistente presenza di yazidi e una numerosa popolazione cristiana nella capitale Erbil — ha ampiamente ignorato la misura[21], poiché la vendita di alcolici rappresenta una fonte economica essenziale per queste minoranze.
Una dinamica simile si osserva in Turchia, dove nel 2024 la Chiesa del Salvatore in Chora, risalente al IV secolo, è stata inaugurata come moschea. Il progetto statale ÇEDES ha inoltre suscitato forti proteste[22] quando degli imam sono stati nominati “consulenti spirituali” nelle scuole. Il segretario generale del sindacato degli insegnanti ha definito l’iniziativa “reazionaria”, affermando che i docenti si sarebbero rifiutati di accompagnare gli studenti alle sessioni pianificate dal governo[23].
La riaffermazione del terrorismo islamista
Il terrorismo jihadista nella regione non ha raggiunto i livelli del 2014, anno di massima espansione territoriale dell’ISIS, ma a partire dal 2023 è tornato a crescere, in particolare in Siria.
Nel gennaio 2025, l’Institute for the Study of War ha segnalato una riemersione dell’ISIS nella Siria centrale, favorita dai vuoti di sicurezza generati dai recenti cambiamenti nelle strategie internazionali di contrasto al terrorismo[24], che hanno consentito al gruppo una graduale riorganizzazione[25].
Il jihadismo si è diffuso anche in nuovi contesti. Nel luglio 2024, sei persone, tra cui un agente di polizia, sono state uccise e altre 28 ferite in una sparatoria senza precedenti in una moschea sciita nella capitale dell’Oman, Mascate. Lo Stato Islamico ha rivendicato l’attacco, il primo nella storia del Paese[26].
In Pakistan, la Provincia del Khorasan dello Stato Islamico (ISKP) è tra i gruppi terroristici che più destabilizzano il Paese[27], prendendo di mira civili e minoranze religiose — in particolare musulmani sciiti e fazioni sunnite rivali come i talebani. Poiché questi ultimi hanno intensificato la repressione dell’ISKP in Afghanistan, molti miliziani si sono spostati in Pakistan, dove hanno avviato reti in aree sia urbane sia rurali. Ne è derivato un netto aumento della violenza, caratterizzata da attacchi sempre più sofisticati contro le minoranze religiose[28].
In Afghanistan, infine, la libertà religiosa è pressoché scomparsa dal ritorno al potere dei Talebani nel 2021. Oltre a discriminare pesantemente le minoranze religiose — tra cui musulmani sciiti e sufi — le autorità di fatto non offrono alcuna protezione contro le offensive dell’ISKP.
Conflitto in Terra Santa
Il conflitto tra Israele e Hamas ha generato livelli di violenza senza precedenti. L’attacco terroristico lanciato da Hamas contro Israele il 7 ottobre 2023 ha provocato il più grave massacro di ebrei dalla Seconda guerra mondiale. La risposta militare israeliana ha reso inabitabili ampie porzioni della Striscia di Gaza; a luglio 2025, il bilancio supera i 60.000 morti[29], con un numero ancora maggiore di feriti e persone ridotte alla fame. Israele ha inoltre stabilito un pericoloso precedente colpendo oltre 400 operatori umanitari e 1.300 operatori sanitari[30], in violazione delle Convenzioni di Ginevra di cui è firmatario. Moschee e chiese di Gaza sono state gravemente danneggiate. I procuratori della Corte penale internazionale hanno accusato entrambe le parti di crimini di guerra[31].
In Israele, la guerra ha ampliato il divario tra popolazione ebraica e araba. La coalizione di estrema destra guidata dal Primo Ministro Benyamin Netanyahu ha accentuato le divisioni etniche e religiose. Il Ministro della Sicurezza Nazionale, Itamar Ben-Gvir, ha alimentato le tensioni con una visita dimostrativa al complesso di Haram al-Sharif/Monte del Tempio a Gerusalemme, provocando scontri tra musulmani e forze di sicurezza. Parallelamente, il Presidente dell’Autorità Palestinese, Mahmoud Abbas, in un discorso alle Nazioni Unite, ha negato l’esistenza storica del Tempio ebraico a Gerusalemme[32].
I cristiani in Israele hanno sperimentato un livello di violenze e ostilità senza precedenti: estremisti ebraici hanno preso di mira istituzioni e leader ecclesiali, mentre il crollo del turismo religioso ha aggravato le difficoltà economiche delle comunità cristiane in Terra Santa.
Il conflitto ha anche innescato un’ondata di antisemitismo in tutta la regione. Nell’ottobre 2023, un agente di polizia egiziano ha ucciso due turisti israeliani ad Alessandria, mentre i movimenti jihadisti, che hanno abbracciato la causa palestinese, hanno acquisito nuovo slancio.
Il processo di normalizzazione tra Israele e diversi Stati arabi, tra cui l’Arabia Saudita, si è almeno temporaneamente interrotto a causa della guerra a Gaza. Al tempo stesso, il confronto tra Iran e Israele si è intensificato, con episodi di scontro diretto tra i due Paesi.
Tendenze geopolitiche sfavorevoli ai poteri sciiti
Gli equilibri di potere nella regione si sono spostati in modo significativo a svantaggio dell’Islam sciita. Ciò appare evidente in Siria, con l’ascesa al potere della milizia sunnita Hayat Tahrir al-Sham (HTS) e la destituzione del presidente Assad, appartenente alla setta alauita, una derivazione dello Sciismo. In Siria e nel vicino Libano, la milizia sciita Hezbollah è stata profondamente indebolita dagli attacchi israeliani e dall’uccisione del suo leader Hassan Nasrallah a Beirut. In Iraq, per la prima volta, potenti gruppi armati sostenuti dall’Iran hanno annunciato la disponibilità a disarmare, nel tentativo di evitare un’escalation con l’amministrazione Trump[33].
Il cambio di leadership in Siria e l’indebolimento di Hezbollah in Libano hanno ridimensionato in modo significativo l’influenza regionale dell’Iran sciita. In risposta, il regime ha intensificato la repressione interna: oltre alle donne che rifiutano il velo obbligatorio, tra le vittime figurano minoranze religiose come sunniti, bahá’í e convertiti al Cristianesimo. Nonostante il contesto ostile, nell’ultimo decennio la comunità cristiana in Iran è più che raddoppiata[34], superando il milione di fedeli — una tendenza in controtendenza rispetto al resto della regione mediorientale[35].
Peggioramento delle condizioni socio-economiche
Secondo il Programma Alimentare Mondiale, la regione del Medio Oriente e Nord Africa sta attraversando «un livello di crisi senza precedenti, con milioni di persone intrappolate tra conflitti incessanti, instabilità politica, crisi migratorie devastanti e un crescente collasso economico»[36]. Nei Paesi del Maghreb, le autorità hanno adottato posizioni sempre più rigide nei confronti dei migranti subsahariani diretti in Europa: in Tunisia, oltre 10.000 persone sono rimaste senza tetto dopo l’incendio dei loro insediamenti di fortuna[37]. L’aumento dei prezzi alimentari ha aggravato ulteriormente la crisi: l’inflazione ha toccato livelli estremi, superando il 250 percento a Gaza a fine 2024[38] e il 79 percento in Siria. Un segnale positivo è giunto nel maggio 2025[39], quando il presidente Trump ha revocato le sanzioni statunitensi alla Siria; a questa decisione hanno fatto seguito misure analoghe da parte del Regno Unito e dell’Unione Europea, rispondendo a richieste avanzate da tempo dalle Chiese locali[40].
Nonostante alcune previsioni incoraggianti, l’Iraq continua a soffrire per la contrazione dei prezzi del petrolio. Nel maggio 2025, il Fondo Monetario Internazionale ha avvertito che tale calo sta minando l’economia nazionale[41], già indebolita da attacchi agli impianti petroliferi nel Kurdistan. Secondo il Primo Ministro regionale, «milizie stipendiati dal governo iracheno» hanno azzerato il 70 percento della produzione petrolifera locale[42]. Poiché il bilancio statale dipende quasi interamente dagli introiti del greggio, questa fragilità rischia di avere gravi ripercussioni sociali e politiche, accelerando l’esodo in corso di cristiani e altre minoranze religiose.
Conclusione
La regione del Medio Oriente e Nord Africa continua a figurare tra le aree più instabili al mondo sotto il profilo politico, economico e della sicurezza. Il numero dei conflitti è più che raddoppiato e la quota di vittime attribuibile alla regione sul totale globale è aumentata di sei volte rispetto agli anni Novanta[43], in larga parte a causa dell’escalation della guerra tra Israele e Hamas. Le condizioni socioeconomiche non mostrano segnali di miglioramento; al contrario, sono ulteriormente peggiorate, esponendo le minoranze religiose a una condizione di particolare vulnerabilità. Un elemento incoraggiante nel periodo è stata l’elezione del generale Joseph Aoun a presidente del Libano, nel gennaio 2025, che ha posto fine a oltre due anni di vacanza presidenziale e ha rappresentato un passo positivo verso il ripristino della stabilità istituzionale[44].
Alcuni sviluppi promettenti in materia di libertà religiosa hanno attirato l’attenzione, come la proposta di una legge sullo statuto personale per i cristiani in Egitto[45]. L’inaugurazione della Casa della Famiglia Abramitica ad Abu Dhabi — frutto della visione di Papa Francesco — ha inoltre mostrato che in un Paese islamico stabile la libertà religiosa può essere garantita e fondata su valori condivisi dalle religioni abramitiche: il diritto alla vita, il diritto dei genitori a trasmettere valori morali ai figli, la complementarità dei sessi, la tutela dei luoghi sacri e il rispetto per le guide religiose. Nel complesso, tuttavia, la regione non sta ancora compiendo progressi sostanziali verso il riconoscimento di una libertà religiosa piena e universale per tutti i suoi abitanti.
[1] “Mubarak inaugurate Abrahamic Family House”, Media Office Abu Dhabi, 17 febbraio 2023, https://www.mediaoffice.abudhabi/en/tourism/saif-bin-zayed-and-nahyan-bin-mubarak-inaugurate-abudhabi-abrahamic-family-house/, (consultato il 6 dicembre 2024).
[2] Rhea Mogul, “India’s Modi inaugurates Abu Dhabi’s first Hindu temple”, CNN, 14 febbraio 2024, https://edition.cnn.com/2024/02/14/india/india-modi-uae-hindu-temple-intl-hnk/index.html, (consultato il 6 dicembre 2024).
[3] Ash Obel, “Morocco opens first university campus synagogue in Arab world”, The Times of Israel, 6 novembre 2022, https://www.timesofisrael.com/morocco-opens-first-university-campus-synagogue-in-arab-world/, (consultato il 27 novembre 2024).
[4] “Israel recognises Western Sahara as part of Morocco”, Aljazeera, 17 luglio 2023, https://www.aljazeera.com/news/2023/7/17/israel-recognises-western-sahara-as-part-of-morocco (consultato il 2 agosto 2025).
[5] “Vatican establishes diplomatic ties with Oman, widening outreach to Islam”, Reuters, 23 febbraio 2023, https://www.reuters.com/world/vatican-establishes-diplomatic-ties-with-oman-widening-outreach-islam-2023-02-23/, (consultato il 7 dicembre 2024).
[6] “New Greek Orthodox Church to open in Bahrain”, Bahrain News Agency, 23 ottobre 2024, https://www.bna.bh/en/NewGreekOrthodoxChurchtoopeninBahrain.aspx?cms=q8FmFJgiscL2fwIzON1%2bDmp%2b%2fnm7Db%2bbE6%2fZwckkMkA%3d, (consultato il 7 dicembre 2024).
[7] “A New Dawn for Political Islam?”, Arab Barometer, 8 maggio 2023, https://www.arabbarometer.org/2023/05/a-new-dawn-for-political-islam/ (consultato il 13 maggio 2025).
[8] Cathrin Schaer, “How dangerous is the Islamist victory in Jordan's elections?”, Deutsche Welle, 17 settembre 2024, https://www.dw.com/en/does-an-islamist-victory-in-jordans-elections-spell-danger-for-the-region/a-70240899, (consultato il 2 marzo 2025).
[9] “Country reports on terrorism 2015 – al-Nusrah Front”, UNHCR (consultato il 2 agosto 2025).
[10] “Massacre of Christians in Sadad, Syria”, Parlamento Europeo, 2013, https://www.europarl.europa.eu/doceo/document/P-7-2013-013410_EN.html (consultato il 2 agosto 2025).
[11] “Justification for the invitation of Ahmed al-Sharaa”, Parlamento Europeo, 2025, https://www.europarl.europa.eu/doceo/document/E-10-2025-001071_EN.html (accesssed 2 agosto 2025).
[12] “Proscribed terrorist groups or organisations”, Ministero dell’Interno del Regno Unito, aggiornato l’11 luglio 2025, https://www.gov.uk/government/publications/proscribed-terror-groups-or-organisations--2/proscribed-terrorist-groups-or-organisations-accessible-version (consultato il 2 agosto 2025).
[13] “Sanctions list materials”, Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, https://main.un.org/securitycouncil/en/sanctions/1267/aq_sanctions_list (consultato il 2 agosto 2025).
[14] “US revokes terrorist designation for Syrian presdient’s former group HTS”. Aljazeera, 7 luglio 2025, https://www.aljazeera.com/news/2025/7/7/us-revokes-terrorist-designation-for-syrian-presidents-former-group-hts (consultato il 2 agosto 2025).
[15] “Syrian Christian leaders say Islamist government can’t protect them or Druze”, Catholic Review, 22 luglio 2025, https://catholicreview.org/syrian-christian-leaders-say-islamist-government-cant-protect-them-or-druze/ (consultato il 2 agosto 2025).
[16] “Fear among Syrian Christians after deadly attacks”, France 24, 10 marzo 2025, https://web.archive.org/web/20250311114358/https://www.france24.com/en/live-news/20250310-fear-among-syrian-christians-after-deadly-attacks, (consultato il 15 maggio 2025).
[17] Bassem Mroue, “What is behind latest clashes in Syria between Druze and pro-government gunmen, The Times of Israel”, 3 maggio 2025, https://www.timesofisrael.com/what-is-behind-latest-clashes-in-syria-between-druze-and-pro-government-gunmen/#:~:text=What%20is%20behind%20latest%20clashes%20in%20Syria%20between%20Druze%20and%20pro%2Dgovernment%20gunmen, (consultato il 15 maggio 2025).
[18] “Constitutional declaration of the Syrian Arab Republic”, 13 marzo 2025, https://constitutionnet.org/sites/default/files/2025-03/2025.03.13%20-%20Constitutional%20declaration%20%28English%29.pdf (consultato il 2 agosto 2025).
[19] Libya: “The “Morality” Police Must Not Be Re-Established”, ICJ, 13 novembre 2024, https://www.icj.org/libya-the-morality-police-must-not-be-reestablished/, (consultato l’11 febbraio 2025).
[20] “Iraq extends alcohol ban”, L’Orient Today, 21 novembre 2024, https://today.lorientlejour.com/article/1436460/iraq-extends-alcohol-ban.html#:~:text=FOCUS-,Iraq%20extends%20alcohol%20ban,-Baghdad%20aligns%20with, (consultato il 28 marzo 2025).
[21] Martin Chulov, “Iraqi customs officials ordered to impose import ban on alcohol”, The Guardian, 6 marzo 2023, https://www.theguardian.com/world/2023/mar/06/iraq-customs-officials-ordered-impose-import-ban-alcohol#:~:text=In%20the%20country's%20Kurdish%20north,be%20unlikely%20to%20be%20approved. (consultato il 4 agosto 2025).
[22] “Thousands oppose Turkish government’s ÇEDES project aimed at creating ultra-religious, spiteful generation”, Medya News, 17 settembre 2023, https://medyanews.net/thousands-oppose-turkish-governments-cedes-project-aimed-at-creating-ultra-religious-spiteful-generation/ (consultato il 4 agosto 2025).
[23] “Okullara 'manevi danışman' projesi Ankara'da protesto edildi: Uyarıyoruz!”, Duvar, 15 giugno 2023, https://www.gazeteduvar.com.tr/okullara-manevi-danisman-projesi-ankarada-protesto-edildi-uyariyoruz-haber-1623924 (consultato il 21 gennaio 2025).
[24] “The Islamic State’s Global Long Game and Resurgence in Syria Poses an Evolved Threat to the West”, The Institute for the study of war, 9 gennaio 2025, https://www.understandingwar.org/backgrounder/islamic-state%E2%80%99s-global-long-game-and-resurgence-syria-poses-evolved-threat-west#:~:text=Donate-,THE%20ISLAMIC%20STATE%E2%80%99S%20GLOBAL%20LONG%20GAME%20AND%20RESURGENCE%20IN%20SYRIA%20POSES%20AN%20EVOLVED%20THREAT%20TO%20THE%20WEST,-Jan%209%2C%202025, (consultato il 31 marzo 2025).
[25] “The Islamic State’s Global Long Game and Resurgence in Syria Poses an Evolved Threat to the West”, The Institute for the study of war, 9 gennaio 2025, https://www.understandingwar.org/backgrounder/islamic-state%E2%80%99s-global-long-game-and-resurgence-syria-poses-evolved-threat-west#:~:text=Donate-,THE%20ISLAMIC%20STATE%E2%80%99S%20GLOBAL%20LONG%20GAME%20AND%20RESURGENCE%20IN%20SYRIA%20POSES%20AN%20EVOLVED%20THREAT%20TO%20THE%20WEST,-Jan%209%2C%202025, (consultato il 31 marzo 2025).
[26] David Gritten e Jaroslav Lukiv, “Pakistanis and Indian among six killed in Oman attack claimed by IS”, BBC, 16 luglio 2024, https://www.bbc.com/news/articles/cn38vx7g2e5o, (consultato l’8 dicembre 2024).
[27] “Terrorist and other militant groups in Pakistan”, Congresso degli Stati Uniti, https://www.congress.gov/crs-product/IF11934 (consultato il 4 agosto 2025).
[28] Aamer Raza e Elsa Imdad, “Complex Terrorism Landscape in Pakistan-Afghanistan Region: Afghan Emirate as Counter-Terror Partner”, Center for Research and Security Studies (CRSS), gennaio 2025, https://crss.pk/wp-content/uploads/2025/01/COMPLEX_TERROR_LANDSCAPE_IN_PAKAFGHAN_REGION.pdf (consultato il 16 marzo 2025).
[29] Nidal Al-Mughrabi e Emma Farge, “How many Palestinians has Israel’s Gaza offensive killed?”, Reuters, 30 luglio 2025, https://www.reuters.com/world/middle-east/how-many-palestinians-has-israels-gaza-offensive-killed-2025-03-24/ (consultato il 2 agosto 2025).
[30] “Let’s do our jobs – CEOs of major aid groups in Gaza warn aid system is collapsing”, Norwegian Refugee Council, 17 aprile 2025, https://www.nrc.no/news/2025/april/let-us-do-our-jobs--ceos-of-major-aid-groups-in-gaza-warn-aid-system-is-collapsing” (consultato il 2 agosto 2025).
[31] “Situation in the State of Palestine: ICC Pre-Trial Chamber I rejects the State of Israel’s challenges to jurisdiction and issues warrants of arrest for Benjamin Netanyahu and Yoav Gallant”, ICC, 21 novembre 2024, https://www.icc-cpi.int/news/situation-state-palestine-icc-pre-trial-chamber-i-rejects-state-israels-challenges, (consultato il 21 marzo 2025).
[32] Luke Tress, “Abbas calls on UN to oust Israel at world body’s first ‘Nakba Day’ commemoration”, The Times of Israel, 15 maggio 2023, https://www.timesofisrael.com/abbas-calls-on-un-to-oust-israel-at-world-bodys-first-nakba-day-commemoration/, (consultato il 21 marzo 2025).
[33] Ahmed Rasheed, “Exclusive: Iran-backed militias in Iraq ready to disarm to avert Trump wrath”, Reuters, 8 aprile 2025, https://www.reuters.com/world/middle-east/iran-backed-militias-iraq-ready-disarm-avert-trump-wrath-2025-04-07/#:~:text=Exclusive%3A%20Iran%2Dbacked,By%20Ahmed%20Rasheed, (consultato il 15 maggio 2025).
[34] “Christianity in Iran is growing faster than anywhere else in the world”, Unione dei Giornalisti Ortodossi, 23 maggio 2025, https://spzh.eu/en/news/86431-report-christianity-in-iran-growing-faster-than-anywhere-else-in-the-world (consultato il 2 agosto 2025).
[35] Lela Gilbert, “Good news from Iran: a million new Christian believers”, Hudson Institute, 15 giugno 2023, https://www.hudson.org/religious-freedom/good-news-iran-million-new-christian-believers-lela-gilbert (consultato il 2 agosto 2025).
[36] “WFP 2025 Global Outlook”, novembre 2024, https://docs.wfp.org/api/documents/WFP-0000162840/download/?_ga=2.89767259.1971321472.1741023675-1148527003.1741023675, (consultato il 13 maggio 2025).
[37] “Tunisia: authorities torch migrant camp, >10k now homeless”, hic-mena, 25 aprile 2025, https://www.hic-mena.org/arabic/activitydetails.php?id=qGxsbA== (consultato il 2 agosto 2025).
[38] Rapporto sull’Inflazione – Terzo Trimestre 2024, Autorità Monetaria Palestinese, https://www.pma.ps/Portals/0/Users/002/02/2/Publications/English/Quarterly%20Reports/Inflation%20Reports/Inflation%20Rep%202024/Inf%20Rep_%202024Q3.pdf?ver=2024-12-24-081026-617×tamp=1735020733450 (consultato il 4 agosto 2025).
[39] “Revoca delle sanzioni alla Siria”, Ufficio del Portavoce, Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, 30 giugno 2025, https://www.state.gov/releases/office-of-the-spokesperson/2025/06/termination-of-syria-sanctions, (consultato il 5 agosto 2025)
[40] “Archbishop of Homs lists emigration, sanctions and corruption as major challenges for Syria”, Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACN) Internazionale, 1° dicembre 2023, https://acninternational.org/archbishop-of-homs-lists-emigration-sanctions-and-corruption-as-major-challenges-for-syria/, (consultato il 16 maggio 2025).
[41] “Falling oil prices have taken toll on Iraqi economic activity, IMF says”, The National News, 15 maggio 2025, https://www.thenationalnews.com/business/economy/2025/05/15/iraq-imf-oil-prices/, (consultato il 15 maggio 2025).
[42] “Iraq: damage to Kurdistan region oil fields puts rights at risk”, Human Rights Watch, 29 luglio 2025, https://www.hrw.org/news/2025/07/29/iraq-damage-to-kurdistan-region-oil-fields-puts-rights-at-risk (consultato il 4 agosto 2025).
[43] “MENA economic update, Growth in the Middle East and North Africa”, ottobre 2024, Banca Mondiale, https://documents1.worldbank.org/curated/en/099722110212426928/txt/IDU10abf75bd15b5e146f81849712be99af6ee48.txt, (consultato il 15 maggio 2025).
[44] “ASIA/LEBANON - General Aoun elected President. Father Zgheib: "positive neutrality" is now the key formula”, Agenzia Fides, 10 gennaio 2025, https://www.fides.org/en/news/75887, (consultato il 26 febbraio 2025).
[45] “Explainer: Key facts about Egypt first personal status draft law for Christians”, Al Ahram, 17 dicembre 2024, https://english.ahram.org.eg/NewsContent/1/2/537005/Egypt/Society/Explainer-Key-facts-about-Egypt-st-personal-status.aspx, (consultato il 18 maggio 2025).